Neymar, la simulazione (assurda) in Brasile - Uruguay

Questa Confederations Cup è stata la prima vera occasione in cui il “resto del mondo”, in particolare il pubblico europeo, hanno potuto vedere di cosa sia capace Neymar dal vivo. Fino a questo momento il fenomeno brasiliano, rimasto (per scelta) a giocare nel suo Santos più a lungo di suoi talentuosi connazionali, arriverà fra tre settimane circa a Barcellona per iniziare la sua esperienza europea proprio con la maglia di quella squadra che gli impartì una lezione severissima nella finale di Coppa del Mondo per Club del 2011.

Neymar è forte, un attaccante completo, rapido, dai grandi colpi, ma anche capace di gol essenziali. Il mondo ha imparato a conoscerlo, fuori dal circuito ristretto degli appassionati ai campionati brasiliani, ma il ragazzo ha mostrato anche alcuni dei suoi limiti nelle prime partite in “mondovisione“. La tendenza ad avere momento di “buio” nel corso dei 90 minuti, ma anche il vizietto per la simulazione.

Lui, come tutti i giocatori di maggior classe, è fra i più bersagliati dai falli ruvidi degli avversari che cercano di fermarlo. La sua immagine, quasi da pop star, indispettisce i giocatori più abituati a non fare complimenti in campo entrando anche con cattiveria. Di certo non lo aiuteranno ad adattarsi in Europa episodi come quello avvenuto sul finire di Brasile – Uruguay quando, contrastando generosamente Walter Gargano che cercava di far ripartire l’azione, ha pensato bene di esibirsi in un tuffo da tarantolato simulando una gomitata in realtà mai avvenuta.

Le foto e il video sono chiarissime, ancora di più questa “gif animata” del frangente: appena sente il contatto fra il braccio di Gargano, a protezione della palla, e il volto Neymar spicca un salto all’indietro portandosi le mani al volto e rotolandosi come fosse stato colpito da un fulmine.